Il Regio Esercito, negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, manifestò
il bisogno di disporre di unità di artiglieria meccanizzata in grado di affiancare
i reparti di fanteria e i reparti corrazzati. Venne sviluppato, sullo scafo del
carro medio “M” il semovente 75/18 che si dimostrò nel corso del conflitto
il veicolo corazzato italiano più temuto dagli alleati. Si rivelò infatti, grazie
al suo obice da 75mm installato nella casamatta, una efficacie arma anticarro
in grado di annientare anche i più potenti e pesantemente corazzati carri armati
Inglesi e Americani. Oltre per la sua buona potenza di fuoco, ben superiore a
quella dei carri M-13 e M-14, il “Semovente” era apprezzato per il
suo basso profilo che lo rendeva più difficile da individuare e le sue complessivamente
buone prestazioni di marcia. Venne impiegato dal Regio Esercito in Africa e sul
territorio Italiano e successivamente, a conferma delle sue buone caratteristiche,
da alcuni reparti della Wermacht dopo l’8 settembre 1943.